Grandi manovre lungo il Po dove, dopo anni di annunci e promesse e la firma della convezione tra Aipo e Regione Lombardia lo scorso anno, i lavori per la creazione della pista ciclabile Vento, che collega con un percorso di 700 kilometri Torino e Venezia, sembrano essere finalmente ai nastri di partenza anche in provincia di Pavia.
In questa prima fase i proprietari che dovranno cedere una parte dei propri terreni per la costruzione della ciclovia, nel Pavese sono oltre un centinaio distribuiti in 27 Comuni. La prima tranche di lavori riguarda però solo la parte bassa, tra la città di Pavia (coinvolta in quanto la dorsale è collegata a Milano tramite il Naviglio pavese) e la provincia di Lodi, fino al Comune di San Rocco al Porto. Per questo tratto, lungo 75 kilometri, la Regione ha stanziato 20 milioni di euro, mentre altri fondi saranno necessari per la costruzione del tratto a monte, indicativamente fra Casei Gerola e Travacò Siccomario.
Il tratto lombardo prevede un percorso di 350 kilometri complessivi. Se dunque, sulla sponda sinistra qualcosa si muove all’orizzonte per il rilancio del turismo, su quella destra, lato Oltrepò Pavese, che non sarà toccato da questo progetto, lo sviluppo ha il freno a mano inserito per una serie di ostacoli che impediscono un collegamento armonico dei paesi rivieraschi. È il caso del tratto fra Portalbera e Arena Po, dove negli ultimi anni sono stati fatti notevoli investimenti pubblici e privati ma dove, in prossimità del ponte di Spessa Po, il collegamento lungo il fiume è interrotto e costringe turisti e scolaresche a deviare su strade piuttosto trafficate.