Dopo un inverno siccitoso, è arrivata la pioggia, ma non si può dire che sia, per tutti, un bene. Il maltempo continuo di questo mese di maggio infatti, secondo gli apicoltori è l’ennesima conferma della crisi climatica in corso, che mette a rischio le api e gli altri insetti impollinatori, oltre alle aziende del miele, ovviamente. Per il quinto anno consecutivo infatti, gli apicoltori sono costretti a dar da mangiare alle api per farle sopravvivere, nel mese che, in tutto il nord Italia, è tradizionalmente sinonimo di abbondanti raccolte con la fioritura della acacia. È quanto racconta ai nostri microfoni Luca Bonizzoni, apicoltore professionale con base a Casteggio, in Oltrepo, in occasione della Giornata mondiale delle api.
Se intervenire per riportare il clima della terra sui giusti binari è un’impresa di lungo periodo, ammesso che sia possibile, qualcosa si può fare per aiutare api e impollinatori come i bombi (che non hanno l’uomo che li alimenta nei periodi difficili) a resistere: da quest’anno infatti all’interno della Politica agricola comune (Pac) è stata inserita una misura che prevede incentivi per gli agricoltori che seminano fiori nei terreni incolti o, anche per esempio, nei vigneti.