La goccia che ha fatto traboccare il vaso, già stracolmo, è stata un’altra aggressione, l’ennesima e per fortuna non grave, ai danni di un capotreno di Trenord di Broni, accaduta nella serata di mercoledì 22 giugno a Milano. Poche ore prima se ne erano registrate altre due, una ai danni di un controllore di Novara, preso a schiaffi perché stava facendo il suo lavoro, ovvero controllare i biglietti dei passeggeri, l’altra, la più grave, martedì a Belgioioso: a bordo del treno 10780 Pavia-Codogno quattro uomini, dopo un battibecco verbale, il capotreno è stato picchiato selvaggiamente.
Visto che seguiva di soli due giorni un’altra aggressione simile, domenica a Mortara, l’episodio aveva indotto i principali sindacati dei ferrovieri a proclamare uno sciopero di 2 ore, giovedì mattina, per sensibilizzare sui rischi che corrono ogni giorno questi operatori nello svolgere il proprio lavoro.
Per questo, dopo lo sciopero, decine di ferrovieri aderenti a Orsa Trasporti hanno deciso di proseguire con un’altra forma di protesta, per certi versi clamorosa, l’astensione dal controllare i biglietti dei passeggeri, “finché non saranno presi provvedimenti – spiegano – che permettano di lavorare in sicurezza”. La questione dei controllo dei biglietti è peraltro solo una di quelle potenzialmente rischiose per i capotreno, anche il tema delle mascherine, qui tuttora obbligatorie e di tipo ffp2, non è da meno.
I ferrovieri si preparano quindi a scrivere in massa ai responsabili della sicurezza di Trenord, sulla base di un modello che sta circolando da giovedì mattina: “Il sottoscritto – si legge – comunica che non sussistono i requisiti minimi di sicurezza per garantire la propria incolumità e delle altre persone a bordo”.