La procura ha chiesto l’assoluzione per gli undici esponenti dell’estrema destra accusati di apologia del fascismo, sostenendo che il saluto romano fatto il 5 novembre 2016 avvenne in un contesto “meramente commemorativo” e che non esisterebbe alcun pericolo di diffusione della propaganda fascista in quanto il gesto avvene in una via isolata, sebbene le immagini fecero in seguito il giro del web. La sentenza dovrebbe arrivare il 27 settembre.
Il contesto in cui maturò la vicenda era un corteo in ricordo dell’operaio missino Emanuele Zilli, scomparso in circostanze controverse ’73, c’è chi dice ucciso per mano di facinorosi di sinistra e chi perché cadde dal motorino. In quell’occasione si verificarono scontri tra i partecipanti al corteo organizzato dall’associazione di estrema destra Recordari e quelli aderenti a una contro-manifestazione organizzata invece dalla rete antifascista pavese: anche 5 di loro finirono poi a processo per i disordini di quella sera, sebbene le accuse per manifestazione non autorizzata sarebbero ormai cadute in prescrizione.
Il processo odierno nasce dall’opposizione al decreto penale di condanna degli 11 imputati. Martedì mattina davanti al palazzo di giustizia pavese una delegazione della rete anti-fascista e dell’Anpi, parte civile nel processo, ha manifestato per chiedere la condanna degli imputati.