La Procura di Pavia ha chiesto il rinvio a giudizio di Shmuel Peleg, nonno di Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, e Abutbul Gabriel Alon, che del nonno era l’autista e il presunto complice nel rapimento del bambino avvenuto l’11 settembre dello scorso anno. Entrambi sono accusati di sequestro aggravato di minore, sottrazione di minore all’estero (Eitan era stato portato in Israele) e appropriazione indebita: queste le accuse da cui dovranno difendersi. Pochi giorni fa Peleg, su cui pendeva un mandato d’arresto spiccato proprio dalla procura pavese, era arrivato in Italia per costituirsi e si era presentato, dopo l’arresto scattato a Malpensa appena atterrato, in tribunale. Dopo un lungo interrogatorio di garanzia, il giudice Pasquale Villani gli ha concesso la revoca della custodia cautelare in carcere e il nonno di Eitan ha potuto tornare a Tel Aviv. La sua decisione di costituirsi è stata un elemento “apprezzato” dal Gip come attenuazione del pericolo di reiterazione del reato. Nonostante le accuse contro di lui sono ovviamente rimaste in piedi, così come le sue azioni di notevole gravità secondo la giustizia italiana. Peleg e Alon, come hanno scritto gli inquirenti, avevano realizzato il sequestro del piccolo con “tecniche di intelligence”, non “certamente da tour operator”.