Dopo la baraonda della scorsa settimana, Vigevano è in attesa di capire quale sarà il futuro politico della città. Un futuro che potrebbe anche essere deciso dalla magistratura, visti gli esposti partiti dalle minoranze per la sparizione della lettera di dimissioni del consigliere Riccardo Capelli e i possibili ricorsi sull’interpretazione del prefetto, che ha considerato la manifesta volontà dell’esponente di Fratelli d’Italia di tornare indietro rispetto alle intenzioni di dimissioni, con conseguente annullamento della procedura per le 13 dimissioni collettive che avrebbe provocato la caduta di sindaco e giunta.
Furio Suvilla, consigliere di minoranza, cita pareri legali secondo cui le dimissioni, a quel momento, erano ormai irrevocabili. Dall’altro lato c’è il sindaco Ceffa, che ha annunciato la volontà di approfondire, sempre per vie legali, la possibilità di rendere esecutive le 12 dimissioni di cui esistono le lettere originali, in modo da sostituire i consiglieri dissidenti della maggioranza. Tutti, in ogni caso, definiscono quantomeno grave il fatto che dall’ufficio protocollo del comune sia sparito un documento così importante come la lettera di dimissioni di un consigliere.
Qualunque siano gli strascichi legali, la questione potrebbe essere nel frattempo molto più velocemente risolta sotto il profilo politico con quello che accadrà in consiglio comunale, dove, al momento, il sindaco Ceffa terrebbe la maggioranza per un solo voto (il suo). Occorrerà vedere se i due gruppi da 12 saranno granitici e se non ci saranno ulteriori cambi di casacca. In un senso o nell’altro. È emerso che un altro consigliere di maggioranza aveva iniziato a produrre la documentazione per dare le dimissioni, senza andare fino in fondo.
Sarebbe stato il 14esimo. Anzi, per la verità sarebbe stato il 13esimo, dato che, secondo le informazioni in nostro possesso, il consigliere di maggioranza che ha poi rinunciato a firmare le dimissioni dal notaio sarebbe stato coinvolto in una prima fase e, soltanto dopo la sua rinuncia all’operazione, sarebbe emersa la figura di Capelli quale 13esimo. A proposito di Capelli, al momento non è stato né espulso da Fratelli d’Italia, né esautorato dall’incarico di capogruppo in consiglio.
Nel partito, diviso tra varie anime già prima delle elezioni comunali del 2020, la situazione è delicata. Dei tre consiglieri eletti, due hanno lasciato da tempo dando vita a gruppi autonomi: Emma Stepan è rimasta in maggioranza, Claudia Montagnana fa parte della pattuglia dei consiglieri di maggioranza dissidenti. Il terzo è proprio Capelli, la cui posizione è naturalmente sotto stretta osservazione da parte dei militanti. Attualmente il gruppo di Fratelli d’Italia conta anche Paolo Iozzi, saldamente confermato in maggioranza, ma passato con i meloniani solo dopo essere stato eletto nelle fila di Forza Italia.
Un quadro con molte crepe, per un partito che all’indomani delle politiche si diceva pronto a chiedere al sindaco Ceffa una maggiore rappresentatività e che ora deve invece trovare una via d’uscita alla crisi di maggioranza che lo ha investito come e forse anche più della Lega, che ha comunque perso un esponente storico e di peso politico considerevole come Giulio Onori.