Il Tar conferma sostanzialmente quanto disposto dall’allora prefetto di Pavia, Paola Mannella, sul caso dimissioni dei consiglieri del comune di Vigevano, definendo sostanzialmente corretta la decisione di annullare tutto mantenendo di conseguenza in carica sindaco e giunta. È solo un antipasto, prima di entrare nel merito della questione, che però di fatto già traccia una linea precisa di quello che potrebbe essere l’esito finale.
Il Tribunale Amministrativo di Milano ha respinto la richiesta con la quale alcuni dei consiglieri dimissionari, Giulio Onori, Rimma Garifullina, Furio Suvilla ed Emanuele Corsico Piccolini, intendevano fermare le attività di consiglio comunale, giunta e sindaco in attesa della sentenza sulla legittimità degli atti presi dall’allora prefetto di Pavia in seguito ai fatti del 30 novembre scorso, quando 13 lettere di dimissioni vennero portate all’ufficio protocollo ma solo 12 vennero immediatamente registrate. La 13esima, quella di Riccardo Capelli, venne protocollata solo in seguito e senza il documento originale, andato disperso. Per far commissariare il comune erano necessarie 13 dimissioni contemporanee.
Il prefetto, oltre a contestare il fatto che la 13esima lettera di dimissioni era stata protocollata in un secondo momento e senza il documento originale, aveva considerato come manifesta la volontà di Capelli di aver cambiato idea. Una tesi che viene pienamente appoggiata dal tribunale amministrativo. Nell’ordinanza si sottolinea che la lettera non venne protocollata quando fu consegnata. In quel lasso di tempo, fra la consegna materiale del documento all’ufficio protocollo e la sua registrazione, Capelli aveva ufficializzato davanti al notaio la sua volontà di revocare la delega alla persona incarica di presentare le sue dimissioni.
L’intera vicenda, viene però giudicata “opaca”: questo il termine usato dai magistrati. Per questo motivo, le spese legali dovranno essere compensate tra le parti. Insomma, nessuno dovrà risarcire nessuno. Il prossimo appuntamento sarà per un’udienza di merito, anche se quanto messo per iscritto dal Tribunale Amministrativo lascia poco spazio a capovolgimenti di fronte.