Ha generato dibattito il nostro servizio della scorsa settimana che poneva in evidenza come, a Vigevano, nei pressi di supermercati di recente o prossima costruzione ci fossero aree commerciali dismesse abbandonate e della tendenza a preferire le nuove edificazioni rispetto al recupero dell’esistente. Alcuni telespettatori hanno fatto notare come, in alcuni casi, la costruzione di una nuova area commerciale si sia effettivamente accompagnata al recupero di un’area dismessa.
L’osservazione è corretta, ma è anche accaduto, come all’ex Adamello, che la ristrutturazione di un vecchio capannone sia stata utilizzata come spunto per aumentare le metrature del 65% con conseguente abbattimento di un filare di alberi imponenti, sacrificati sull’altare del parcheggio. Sul versante politico, registriamo la presa di posizione di Rifondazione Comunista, da tempo critica sulle scelte urbanistiche della giunta vigevanese.
“Il territorio – scrivono dal circolo cittadino del partito – è patrimonio di tutti e non opportunità di pochi. Peccato che l’attuale amministrazione, come le precedenti, sia insensibile (maggioranza e opposizione unite), mentre dovrebbe avere a cuore il consumo del territorio che nuove inutili aree commerciali provocano”. Da Rifondazione anche un richiamo ai soldi che il comune incassa dalla costruzione dei capannoni: “Gli oneri di urbanizzazione – sostengono – non hanno mai giustificato il degrado cittadino”.