Il comune di Mortara si costituirà parte civile nel momento in cui si andrà al processo per l’incendio della Eredi Bertè. È quanto comunicato in consiglio comunale dal sindaco Marco Facchinotti, che ha già avuto un consulto con gli avvocati.
L’annuncio è stato dato in una serata molto tesa, durante la quale il consigliere del Pd Marco Barbieri è tornato a chiedere conto su quanto accaduto dopo che la Bertè, distrutta dall’incendio, ha lasciato l’appalto per la raccolta dei rifiuti ingombranti a Mortara. L’incarico era stato dato alla Eco Delphi di Binasco. La ditta prima ha avuto un affidamento diretto, in seguito ha vinto delle gare a inviti cui partecipavano tre o cinque aziende a seconda dei bandi. La Eco Delphi, secondo Barbieri, aveva dei collegamenti con la famiglia Bertè, e lo si sapeva anche prima dell’intervento della magistratura, come dimostrato dallo stesso consigliere due anni fa.
Dalla giunta hanno risposto che Eco Delphi risultava di proprietà al 100% di Andrea Carlo Biani: oggi è in carcere con l’accusa di aver voluto, insieme a Vincenzo Bertè, l’incendio del deposito di via Fermi, stipato all’inverosimile per massimizzare i profitti di traffici illeciti di rifiuti, ma, all’epoca degli appalti, risultava perfettamente in regola.
Eco Delphi, effettivamente, non era direttamente collegata ai Bertè, ma il suo proprietario Andrea Carlo Biani, come emerge dalle visure camerali del 2017, era socio della Eredi Bertè Ecology, la società immobiliare della famiglia. La Eco Delphi, inoltre, aveva il 95% della G.I. Since 1962, e il 95% delle quote di questa società erano in pegno a un membro della famiglia Bertè. Nulla di illegale, ha tenuto a precisare Barbieri, il quale chiede però se fosse politicamente opportuno che, dopo l’incendio, il comune avesse continuato ad aggiudicare appalti in affidamento diretto o con gare a invito a un’azienda connessa ai Bertè.