Stop alle immissioni di specie ‘alloctone’, ovvero non tipiche, nelle acque italiane. Sulla carta l’adeguamento alla normativa europea da parte dell’Italia risale al 1997 ma, di deroga in deroga, è stato possibile per oltre vent’anni immettere in fiumi e torrenti lombardi pesci che, con la Lombardia, hanno poco a che fare, pur con alcune eccezioni significative eccezioni.
La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, alcune settimane fa, di un decreto che mette in pratica quanto definito a fine anni ’90, ha suscitato però una levata di scudi da parte di pescatori professionisti, associazioni sportive e, soprattutto, allevatori di pesci come la trota iridea, diffusissima quanto estranea all’ambiente italiano, che potrebbero subire un contraccolpo da questo stop.
Per capire qualcosa di più, abbiamo seguito un’equipe dell’Università di Pavia, alle prese con alcuni campionamenti sul torrente Staffora nei pressi di Ponte Nizza, un tratto ancora quasi incontaminato dal punto di vista genetico e che, per questo, è stato inserito all’interno di un ampio progetto di salvaguardia e valorizzazione chiamato Oltrenatura. Il progetto è promosso dalla Provincia di Pavia e finanziato da Fondazione Cariplo e prevede molte attività legate in particolare alla valorizzazione dell’Appennino lombardo, tra cui appunto anche quelle dedicate all’acqua.