Dai 119 milioni della versione più “economica” ai 154 di quella più raffinata. Sono questi, secondo lo società di ingegneria a cui Regione ha affidato lo studio di fattibilità (spesa circa 800mila euro), i costi per costruire il nuovo e tanto atteso ponte della Becca. La Net Engineering ha consegnato alla Provincia di Pavia alcune proposte per la realizzazione del nuovo viadotto. Proposte anche molto diverse tra loro, ad iniziare dal percorso: 4 infatti prevedono il passaggio a monte del ponte attuale, altre tre a valle, con tracciati la cui lunghezza varia da 1,7 a 2,5 kilometri, comprendendo anche la viabilità di collegamento. Tre essenzialmente, invece le tipologie strutturali proposte: quella a “reticolo”, quella estradossata a tiranti e quella ad archi tiranti.
La prima soluzione proposta prevede una struttura a reticolo e una luce tra le campate di 80 metri, correrebbe a monte del ponte attuale e su sponda pavese, vedrebbe l’ingresso all’altezza della rotatoria di Vaccarizza, esattamente come oggi. Su quella oltrepadana, sono state fornite due possibili varianti.
La seconda soluzione prevede invece una struttura che in gergo tecnico viene definita “estradossata a tiranti”, con tracciato che corre a valle del ponte attuale, ricollegandosi alla viabilità esistente grazie a una profonda rivisitazione della stessa e uno sviluppo complessivo di 2380 metri, di cui 700 di ponte vero e proprio.
Il terzo tipo, quello ad archi tiranti, è, combinato ad un tracciato tra i più lunghi con punto di approdo in Oltrepò nei pressi della frazione Moranda, ed è anche per questo il più costoso.
La presentazione dello studio di fattibilità ha già suscitato le prime reazioni. Tra queste si registrano quelle dei due sindaci di qui e di là del fiume, Adriano Piras per Mezzanino e Paolo Fraschini per Linarolo. Per entrambi i tracciati a monte del ponte attuale sarebbero da preferire per varie ragioni, mentre la Provincia di Pavia non disdegnerebbe i tracciati a valle per questioni di impatto ambientale.
La tutela dell’ambiente, vista anche la presenza del Parco del Ticino, e quella del patrimonio agricolo, saranno senz’altro due fattori sui quali si discuterà per decidere la soluzione più opportuna nei prossimi mesi. Poi si dovrà passare alla progettazione vera e propria, già finanziata e infine, dare il via al cantiere di un’opera tra le più attese degli ultimi decenni in provincia di Pavia.