Un milione di euro per riaprire il Cagnoni nel 2023. Il comune di Vigevano ha presentato domanda per ottenere un finanziamento regionale e reperire così i fondi necessari agli interventi per far tornare gli spettatori nel teatro cittadino. Il Cagnoni chiuse nell’autunno 2020, quando fu istituita la zona rossa. Qualche settimana prima delle riaperture, tra febbraio e marzo 2021, alcuni accertamenti tecnici portarono brutte notizie: gli stucchi della volta erano danneggiati, si rischiavano crolli di calcinacci in platea. E fu così che la scorsa stagione, già minata dalle restrizioni Covid, non poté terminare.
Vennero così avviati gli interventi di consolidamento, tuttora in corso, che però non basteranno. Occorre infatti risolvere quelle che la relazione tecnica definisce “carenze strutturali della copertura lignea”. Nella pratica si parla di inserire parti metalliche nelle capriate e consolidare le travi della copertura principale, delle balconate laterali e dei percorsi di accesso. Un lavoro non da poco, e infatti il cronoprogramma copre l’intero 2022. Progetto esecutivo in primavera, appalto a maggio, cantiere da giugno a novembre.
Tappe serrate nella speranza di poter concludere tutto a dicembre e poter così riaprire nel 2023, quando cadranno i 150 anni dall’inaugurazione del teatro. Per poter tornare ad assistere agli spettacoli, insomma, occorrerà aspettare molto tempo, come si era intuito già dalle relazioni tecniche che erano state rese note poco meno di un anno fa, quando si manifestò il problema. Il progetto predisposto dall’amministrazione, comunque, non si ferma alle problematiche strutturali al tetto, ma prevede ulteriori interventi: si va dalla risoluzione delle criticità causate dalla risalita di umidità al piano terra e al seminterrato, al restauro delle finiture e delle decorazioni in legno, fino alla sostituzione delle 650 poltroncine e all’acquisto di dispositivi di sottotitolazione e audiodescrizione per non udenti e non vedenti.
Già alla fine dell’estate 2020 l’amministrazione comunale presentò un piano triennale per la riqualificazione del Cagnoni, ma allora si pensava di poter conciliare i cantieri con la messa in scena degli spettacoli. Il Covid prima e i problemi strutturali dopo, stanno costringendo invece a trascorrere questi tre anni a sipario chiuso.