È passato un anno dall’alluvione causata dalla piena del Sesia in alta Lomellina, ma ancora non è stato fatto abbastanza per evitare che un fenomeno del genere possa ripetersi. Nelle scorse edizioni del telegiornale abbiamo raccontato come sia stata ormai quasi completata la ricostruzione della massicciata ferroviaria portata via dalla furia delle acque. Per ripristinare la strada provinciale era bastato un mese. Sulla sponda piemontese del Sesia sono stati eseguiti importanti lavori di consolidamento delle rive.
Nulla è stato fatto, però, per la pulizia del fiume. Da mesi il comune di Candia Lomellina invia segnalazioni ad Aipo per l’accumulo di ghiaia tra il ponte Risorgimento, a Langosco, e la zona di Ponte Sesia. Depositi che, in caso di piena, potrebbero portare il fiume a cercare altre vie, invadendo le campagne come accaduto nell’ottobre 2020.
Altra questione sono i risarcimenti ai privati. Dopo la certificazione dello stato di emergenza da parte di Regione e Ministero, le aziende danneggiate dalla piena si aspettavano di poter ricevere fondi per recuperare i soldi spesi per mettere tutto a posto. A un anno di distanza, invece, non è arrivato niente. Si segnalano, anzi, diverse richieste di risarcimento bocciate per mancanza di requisiti e tante altre ridimensionate negli importi economici. Le speranze dell’aiuto pubblico per chi, nel frattempo, si è rimesso in piedi facendo sacrifici, stanno scemando.