Nebbia fitta sul futuro della raffineria di Sannazzaro. A denunciarlo è la rappresentanza sindacale interna, che ha deciso di interrompere le relazioni con l’Eni. Il casus belli è stata la creazione di un’azienda denominata “Eni Sustainable Mobility”, ESM. In quell’azienda Eni sta facendo confluire tutti i poli produttivi che si occuperanno della decarbonizzazione. In altre parole, della transizione energetica. Sannazzaro non parteciperà a questo progetto, che si annuncia strategico per il futuro dell’azienda. Quale sarà, allora, il destino dello stabilimento lomellino? I sindacati da tempo chiedono un piano industriale, che però non è ancora arrivato.
Eni ha annunciato qualche assunzione, per coprire i pensionamenti. A chi arriverà verrà fatto un contratto a tempo determinato, di un anno. E poi? La rottura dei rapporti sindacali è un gesto forte, con il quale le RSU e le segreterie provinciali Femca Cisl, Uiltec Uil e Filctem Cgil intendono denunciare la mancanza di chiarezza sull’impianto di Sannazzaro: “Non è possibile – scrivono in un comunicato unitario – che in un sito produttivo così importante si viva alla giornata”.
I sindacati hanno chiesto ufficialmente all’azienda un incontro per avere informazioni sul piano industriale. Non vengono escluse ulteriori iniziative nel prossimo futuro. Nelle prossime settimane verranno organizzate delle assemblee per un confronto con i lavoratori.