Le risaie del futuro saranno in sommersione, come quelle di una volta, e magari anche coperte, per limitare l’evaporazione e cercare di produrre energia sfruttando la copertura stessa. La sperimentazione di tecnologie innovative, redditizie e con una migliore gestione dell’acqua è fra i punti del protocollo del riso italiano, firmato a Novara tra le Regioni Lombardia e Piemonte e tutte le realtà coinvolte nel comparto, dall’ente risi alle associazioni di categoria agricole, ai consorzi irrigui. Una lobby del riso del nord Italia, non solo per migliorare la produzione ma anche per uniformare la gestione dei bandi e cercare di ottenere qualcosa di più dalle risorse europee.
Le due questioni principali da affrontare sono i bandi europei, con la ricerca di fondi dal Pnrr per il comparto riso, e l’utilizzo dell’acqua. Politici e tecnici sono concordi: dobbiamo tornare a vedere il mare a quadretti, con le risaie allagate di acqua. La semina in asciutta è troppo dispendiosa in termini idrici, perché serve tanta acqua nello stesso momento in cui bisogna irrigare anche il mais. L‘antica tecnica dell’allagamento, invece, permette una migliore gestione dell’acqua nel corso della stagione e sviluppa la biodiversità. È un poco più costosa e richiede più attenzione, ma potrebbe tornare conveniente modificando il sistema degli incentivi pubblici.