Ai comuni lomellini stanno arrivando le fatture del Clir maggiorate del 18%, così come deciso dal consiglio di amministrazione e preso atto dall’assemblea dei soci. L’aumento era stato di fatto imposto dai revisori dei conti per ripianare le perdite del 2019, perché altrimenti sarebbe stato impossibile continuare.
Chi paga? Il problema principale è che l’aumento è retroattivo, parte dal 1° gennaio 2020. I comuni, naturalmente, avevano calcolato la tassa rifiuti (che i cittadini stanno pagando) sulla base dei costi originali. In questi giorni, quindi, molti stanno respingendo le fatture del Clir, che per la prossima settimana ha convocato una riunione tecnica per spiegare il da farsi.
Le opzioni sarebbero due. La prima, la più naturale, è che i comuni prevedano un conguaglio Tari che i cittadini dovrebbero pagare entro fine anno. La seconda opzione, invece, si muove su un terreno moralmente più scivoloso. Da qualche anno a questa parte i comuni sono obbligati a far pagare ai cittadini l’intera spesa della raccolta rifiuti attraverso la Tari. Prima, invece, ogni amministrazione poteva decidere di far pagare il costo del servizio in parte direttamente ai cittadini con la tassa rifiuti e in parte attingendo da altre fonti di bilancio. Se il comune era ricco, magari per esempio perché sede di importanti industrie, poteva abbassare la Tari e coprire le spese in altro modo. Ora no, quello che si spende per i rifiuti deve finire tutto nella Tari.
Quest’anno, però, per l’emergenza Covid, il Governo ha dato ai comuni la possibilità di fare, in qualche modo, alla vecchia maniera, aiutando famiglie e aziende con degli sconti sulla Tari. Ad esempio, abbuonando a negozi e fabbriche una percentuale corrispondente al periodo di lockdown. Ebbene, questa opzione potrebbe essere utilizzata anche per evitare che gli aumenti decisi dal Clir si traducano in un conguaglio Tari. L’ormai famoso aumento del 18% nato per ripianare le perdite del 2019, quindi, verrebbe di fatto assorbito sotto forma di un aiuto Covid a famiglie e imprese. Sempre che i comuni possano permetterselo, naturalmente, visto che dovrebbero andare a cercare i soldi nel proprio bilancio.