Si complica ulteriormente il caso dei concerti estivi a Vigevano. Nei giorni scorsi vi avevamo riferito dell’anomalia della messa in vendita dei biglietti per tre date, a fine estate, quando ancora non erano stata conclusa la gara per l’affidamento dell’organizzazione, con annessa autorizzazione e finanziamento. Una prevendita che era stata subito sospesa, ma il danno ormai era fatto. Il comune ora ha deciso di annullare l’intero procedimento, perché l’organizzatore era tenuto a mantenere il segreto sul programma fino alla firma del contratto. Questa la motivazione che ha portato la commissione a estromettere l’unico professionista che aveva formulato un’offerta per l’organizzazione dei concerti in castello.
Il comune, annullando la procedura, ha messo per iscritto che verrà fatta immediatamente una nuova gara. Difficile però prevedere cosa succederà adesso. Le date, ormai, sono state annunciate, quindi, se si volesse chiedere al professionista di ripresentare l’offerta, ci sarebbe sempre il problema del vincolo di segretezza. Il rischio è di dover annullare tutto e rinunciare ai concerti. In ogni caso, una figuraccia.
Il Polo Laico, che per primo aveva sollevato la questione depositando un’interrogazione poi condivisa da tutta la minoranza, punta il dito contro l’amministrazione, accusando di aver utilizzato l’organizzatore come capro espiatorio per coprire quella che viene definita in un comunicato “un’incapacità mai vista nel gestire le cose”. “Il colpevole è servito, ed è ovviamente l’anello più debole – scrivono dal Polo Laico –. L’imprenditore viene sacrificato e con lui i cittadini che perdono la possibilità di avere concerti sotto casa”.
Al di là delle polemiche politiche, sarà difficile ricostruire con esattezza le responsabilità. Come avevamo fatto notare nei precedenti servizi, la procedura del comune era partita un po’ in ritardo per poter avere i documenti firmati nei giorni in cui gli artisti più importanti annunciano le date dei tour estivi, anche paragonando a quanto lo stesso comune aveva fatto in passato, chiudendo solitamente gli accordi tra marzo e aprile. Forse qualche lungaggine rispetto ai tempi che si erano preventivati ha fatto arrivare al patatrac, facendo mancare la sincronia dei tempi tra la formalizzazione burocratica e gli annunci dei manager dei cantanti. Restano dei cocci difficili da ricomporre in una vicenda dove tutti hanno perso molto.