Clir non è più in grado di effettuare il servizio di raccolta rifiuti. La lettera contenente questa informazione è partita nelle scorse ore all’indirizzo dei comuni lomellini, invitando le amministrazioni a individuare un altro gestore. Un ulteriore sipario che cala, quindi, a causa dell’assoluta carenza di liquidità dell’azienda pubblica: l’effetto domino del mancato pagamento delle fatture da parte dei comuni è dirompente. Venerdì scorso non sono stati saldati gli stipendi dei dipendenti, ora comincia a scarseggiare il gasolio per far rifornimento ai camion.
Il primo di luglio, poi, è una data dirimente: scadono le assicurazioni di alcuni mezzi, e non si hanno i soldi per rinnovarli, e scade soprattutto l’ultimatum da parte di Lomellina Energia per pagare gli arretrati. Questo significa che da adesso in poi, in qualsiasi momento, i camion del Clir potrebbero trovare sbarrate le porte dell’inceneritore di Parona dove vanno a portare i rifiuti indifferenziati. La stessa cosa vale per l’azienda dove vengono portati i sacchi dell’umido.
La cessazione del servizio di raccolta rifiuti, però, permette anche l’accesso agli ammortizzatori sociali. Proprietà e sindacati hanno già raggiunto un accordo verbale per avviare le procedure di cassa integrazione. I sindacati, inoltre, mercoledì pomeriggio sono stati ricevuti in prefettura per tenere le autorità aggiornate sulla situazione. Il presidio nella sala conferenze della sede Clir continuerà almeno finché non sarà apposta la firma sull’accordo per la cassa integrazione.
“Gli ammortizzatori sociali, a questo punto, sono l’unica possibilità per garantire un minimo di sostentamento ai lavoratori”, ha dichiarato Riccardo Panella della FP Cgil: “Abbiamo vissuto giorni nel paradosso in cui i dipendenti hanno lavorato, garantendo un servizio alla collettività, pur nella consapevolezza che non sarebbero stati pagati”. Nel giro di due settimane verrà convocata una nuova assemblea dei comuni soci. L’obiettivo del cda rimane quello di arrivare al concordato.