Qualcuno firmi l’accordo per garantire gli ammortizzatori sociali ai lavoratori del Clir. È questo il senso di una lettera che Cgil e Cisl hanno mandato al prefetto e ai sindaci dei comuni azionisti in cui si lamenta la totale assenza di retribuzioni per i dipendenti rimasti (una quindicina) a far data dallo scorso mese di giugno. Niente stipendio, niente quattordicesima e nemmeno il fondo di integrazione salariale, un ammortizzatore sociale simile alla cassa integrazione.
L’accordo, ricordano i sindacati nella lettera, è pronto dai primi di luglio, ma nessuno lo ha finora firmato. Due dei tre consiglieri di amministrazione di Clir si sono rifiutati, sostenendo che, in quanto dimissionari, non avrebbero potuto accollarsi la responsabilità di una procedura che, a detta dei loro avvocati, non rientrava nell’ordinaria amministrazione. Il consiglio di amministrazione, in ogni caso, è decaduto lo scorso 31 agosto. La gestione dell’azienda sarà affidata al commissario liquidatore nominato dal tribunale, ma i tempi si annunciano lunghi.
Nella totale assenza di una guida operativa, quindi, i sindacati si rivolgono agli azionisti, cioè ai comuni. Con la lettera, inviata ai sindaci e al prefetto, si chiede quindi un confronto per fare in modo che l’assemblea dei comuni soci faccia quello che il cda non ha fatto, cioè firmare l’accordo per gli ammortizzatori sociali. Il timore, infatti, è che ci voglia ancora molto tempo per l’arrivo del commissario liquidatore, prolungando ulteriormente il periodo in cui i dipendenti sono costretti a stare senza alcun sostegno economico.