Il caos attorno al Clir vede i 20 dipendenti sempre più in difficoltà. Per loro non ci sarà né il fondo integrazione salariale (una sorta di cassa integrazione), né la disoccupazione. Questo perché, come confermano i sindacati, due componenti del consiglio di amministrazione su tre si rifiutano di firmare i documenti.
“Io sono pronto a firmare – ha dichiarato il consigliere Antonello Galiani – ma per approvare il provvedimento servono le firme di tutti. Il mio intendimento è sempre stato quello di accordare gli ammortizzatori sociali, perché i dipendenti non devono pagare per le scelte fatte dai comuni soci. Questo è davvero un brutto capitolo”, continua Galiani, che fa sapere che nei prossimi giorni i legali di Clir presenteranno istanza al tribunale. “I nodi stanno arrivando al pettine”, è l’amara conclusione di Galiani: “L’ultima possibilità era quella di nominare dei liquidatori, ma l’assemblea dei comuni soci ha deciso di non deliberare”.
L’assemblea a cui fa riferimento Galiani è quella di sabato scorso, andata in scena in una situazione kafkiana che è il diretto riflesso di un’azienda in cui i dipendenti non vedono lo stipendio da due mesi e hanno pressoché la certezza che continueranno a non vederlo: presenti solo 10 sindaci su 42, anche perché chi aveva deciso di votare per delega non è stato conteggiato in quanto non c’era nessuno incaricato di registrare le deleghe arrivate via pec. Un’assemblea svolta on line, i soci che hanno tentato di andare in sede hanno trovato chiuso.
Una situazione di stallo totale, che non sarà risolta a breve. Come confermato dal consigliere Galiani, a giorni Clir depositerà istanza al tribunale, che poi dovrà nominare il liquidatore. Vista che ad agosto le attività giudiziarie sono sospese, non se ne parlerà prima di metà settembre. Il liquidatore dovrà poi verificare i conti della società e capire come procedere. In tutto questo tempo, però, è più che probabile che i dipendenti non percepiscano nemmeno un euro, a meno che i due membri del cda non cambino idea e decidano di firmare il ricorso agli ammortizzatori sociali.