Ci sarebbe un modo per far tornare subito al lavoro i dipendenti Clir, perlomeno quelli operativi, definitivamente fermi dal primo di luglio e ancora in attesa dei tempi tecnici per gli ammortizzatori sociali (con la firma dell’accordo che arriverà presumibilmente lunedì sera): la via è quella della clausola sociale, spesso utilizzata in caso di cambio di gestione dei servizi. Per definirla si utilizza comunemente la formula “i lavoratori seguono il lavoro”. Nell’affidare il servizio a un’azienda, in pratica, le si impone di riassorbire le persone che fino a quel momento avevano svolto quel lavoro.
Una procedura che sovente viene seguita nel cambio di appalto per la raccolta rifiuti, ma che ora non sta avvenendo. Sia dalla dirigenza del Clir che dai sindacati arriva quindi l’appello ai comuni, che in questi giorni sono costretti a cambiare gestore: applicare la clausola sociale, costringendo i privati ad assorbire, almeno in parte, la forza lavoro attualmente ferma. Sono rimasi in 23 al Clir, nelle ultime settimane in molti hanno dato le dimissioni. Sono 16 operativi e 7 amministrativi.
Dalla Cgil, Riccardo Panella fa notare come, vista la grande quantità di comuni che stanno affidando il servizio ai privati, non sarebbe difficile chiedere ai nuovi gestori di assumere persone che fino a dieci giorni fa si occupavano della raccolta in Lomellina. Non solo, continua il sindacalista: a giorni è atteso l’accordo per gli ammortizzatori sociali, che, però, non servirebbero se i dipendenti venissero assorbiti da chi in questa fase sta acquisendo nuovi clienti. Il danno, insomma, è doppio: da una parte ci sono persone senza lavoro, dall’altra lo Stato deve aprire i cordoni della borsa per pagare gli ammortizzatori sociali.
Sul tema è intervenuto anche il presidente di Clir, Antonello Galiani, con parole molto dure: “I comuni stanno decidendo, uno per uno, di svuotare il contenuto dell’azienda di cui sono soci. Siamo ancora in attesa dei loro pagamenti, che non ci arrivano per una decisione inspiegabile. Non possiamo trattare con le aziende subentranti, perché lo stanno facendo i comuni con affidamenti spezzettati. Facciano – conclude Galiani – almeno un atto positivo, e, affidando il servizio alle ditte, attivino la clausola dello spostamento dei dipendenti. Dobbiamo garantire il risultato più importante, lo stipendio dei lavoratori”.