È ufficiale che il numero di vittime sia cresciuto: ora quelle accertate sono dieci. È agli atti una nuova denuncia rispetto a quelle già note. Si capirà nelle prossime ore se si tratta della ragazza residente nella città metropolitana di Genova, a Milano per Capodanno col fidanzato, che avrebbe sporto denuncia ai carabinieri, una volta tornata nella sua zona, o di un’altra ancora.
Le segnalazioni stanno arrivando da varie parti d’Italia: si tratta di ragazze in visita nel capoluogo lombardo per il Capodanno, come le due studentesse ventenni tedesche che, a loro volta, hanno sporto denuncia alla polizia della loro città, una volta rientrate.
Intanto, attraverso i social, sono stati diffusi altri probabili casi, come quello di una giovane inglese che ha raccontato di essere stata rapinata della borsetta.
Nell’ordinanza di 19 pagine del gip vengono riportati i verbali delle ragazze, in parte già emersi, e nei quali viene ricostruita anche la modalità con cui il branco selezionava, agganciava, circondava e violentava le giovani. “Siamo state (…) travolte da quest’orda. Venivamo spinte da dietro, e sbattevamo contro quelli davanti che ci respingevano. Siamo così cascate, e mi sono ritrovata per terra, senza riuscire a rialzarmi e sentendomi soffocare, ho iniziato a pensare di morire. Ero
atterrita dalla paura, mentre la mia amica strillava. Io non riuscivo, ero stravolta dalla situazione e mi mancava il fiato”. Lo ha messo a verbale una delle quattro ragazze aggredite nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele II.
Dal racconto delle vittime emerge anche la descrizione dell’aggressore: “Era basso, capelli scuri probabilmente ricci, di carnagione mulatta, con un giacchetto verde, l’età era presumibilmente compresa tra i 20 e i 25 anni”. La ragazza “gli ha risposto a tono, allo scopo di allontanarlo. In quel momento il ragazzo era solo, tant’è che ho avuto la sensazione che, una volta che la mia amica lo aveva allontanato, fosse andato a chiamare i suoi amici”. Poco dopo, ha aggiunto la giovane, “siamo state aggredite da un’orda di persone (…) All’improvviso, ho sentito questa folla di persone: specifico che intendo dire che ho iniziato a sentire molte mani che mi toccavano (…) Presto siamo state accerchiate, e ci siamo trovate attorniate da persone nordafricane”.
È emersa un’altra testimonianza di un ragazzo di origine marocchina, che vive a Genova e che si trovava a Milano con la fidanzata. Dopo la mezzanotte ai Navigli, la coppia ha deciso di spostarsi in piazza del Duomo per proseguire i festeggiamenti ma, una volta arrivata, ha incrociato il branco. Ragazzi descritti come egiziani che si sono avvicinati ai due, gridando “buon anno” in arabo e accalcandosi vicino ai due. Qualche istante, e a lui è stato rubato il telefono, lei è stata “sollevata da un gruppo di persone e iniziata a ‘palpare’ la zona intima, non riuscendo più a difendersi. La cosa è durata un minuto perché è intervenuta la polizia”, come racconta lui in una segnalazione.
Tornati poi nel Genovese, il ragazzo ha denunciato ai carabinieri locali il furto del telefono. Lei, dopo qualche giorno, “ancora traumatizzata dopo una settimana”, si è fatta coraggio e, sempre ai carabinieri della sua zona, ha denunciato la violenza sessuale subita.