In Italia i prodotti igienici femminili utilizzati dalle donne durante il periodo del ciclo mestruale hanno un’imposta sul valore aggiunto del 22 per cento riservata ai beni non di prima necessità, non rientrando dunque nemmeno in quella ridotta del 10 per cento né tantomeno in quella riservata i beni primari del 4 per cento.
Con la conseguenza, che molte donne, soprattutto quelle che vivono in situazioni di difficoltà non hanno la possibilità di potersi garantire un’igiene adeguata durante il ciclo.
È per questo motivo che nella seduta di martedì 21 settembre del consiglio regionale, il partito democratico ha presentato una mozione per chiedere alla giunta di intervenire a riguardo, come già stanno facendo alcune regione italiani e paesi europei.