L’anomalia del 2022 ha fatto lavorare senza sosta da settimane chi deve occuparsi dell’apparato di sicurezza del Boris Godunov, l’opera di Musorgskij in scena alla Prima della Scala, nella serata di domani/il 7 dicembre. L’anomalia è presto detta: oltre al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sul palco reale ci sarà anche il premier, Giorgia Meloni. La tradizione, quantomeno degli ultimi anni, vorrebbe la presenza di uno solo tra i due inquilini di Quirinale e Palazzo Chigi.
Se a questi tre aggiungiamo diversi ministri, i presidenti dei due rami del parlamento, il governatore, il sindaco e il prefetto, la mobilitazione è per forza di cose quella delle grandi occasioni. Anche – inevitabilmente – per quanto riguarda la sicurezza.
Prefettura e questura lavorano da settimane a un piano che non è mai stato così complesso: Almeno 500 gli agenti impegnati, un migliaio considerando anche gli altri eventi in programma nella giornata, come il convegno mattutino all’università Bocconi, a cui prenderanno parte anche Mattarella e Von Der Leyen.
Ma gli occhi sono sul Piermarini, anche perché, come sempre, oltre a vestiti alla moda e appariscenti, piazza della Scala attira anche le proteste – timide negli ultimi anni – di Cobas e antagonisti.
Tutte le strade che circondano il teatro saranno vietate e svuotate dai parcheggi a partire dalle 13 e fino a mezzanotte, anche per consentire l’arrivo in serenità delle massime autorità italiane ed europee.
All’interno del teatro, invece, a livello di curiosità, resta il sovraffollamento del Palco Reale. La presenza di così tante autorità costringerà alcuni ministri, a partire da quello alla Cultura Gennaro Sangiuliano, a sedersi in palchi adiacenti a quello reale o in platea.
Ma la Scala, negli ultimi mesi, è stata anche l’epicentro di una battaglia per il lavoro che ancora oggi non è risolta. Per questo, una rappresentanza dei lavoratori del teatro consegnerà una lettera contro i tagli alla cultura.