Sono state pubblicate questa mattina le motivazioni della sentenza che ha condannato un 36enne di Rozzano a 18 anni di carcere per aver ucciso il suocero perché aveva abusato della figlia. Fatti accaduti ne 2019 per cui l’autore si era autodenunciato ammettendo davanti ai carabinieri di Rozzano di essere uno dei killer di Antonio Crisanti, 63enne ucciso con quattro colpi di pistola. Una storia in cui il margine fra colpe e senso di vendetta, e prescrizioni della giustizia si scontrano.
Per i giudici della corte d’Appello di Milano. “E’ stata una vera e propria esecuzione, un atto di giustizia sommaria che, con diverso movente, anche solo con un regolamento di conti fra pregiudicati, avrebbe portato all’ergastolo”.