“Nei tempi più brevi e contro l’arrogante e antidemocratica decisione della maggioranza del consiglio regionale”, con queste parole il comitato promotore dei referendum sulla sanità, bocciati nell’ultima seduta in aula di martedì 12settembre, hanno espresso la volontà di procedere con il ricorso al Tar.
Ma non solo associazioni e sindacati appartenenti al comitato referendario hanno annunciato anche un’azione rinominata di “mail bombing”, verso il presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, con anche 10 giornate dal 12 al 21 ottobre di manifestazioni sul territorio.
Una decisione, quella del ricorso al tar, che pare legittima anche per lo stesso Fontana, che però resta contrario alla natura del referendum, arrivati a pochi mesi dalle elezioni regionali, in cui i cittadini, a suo parere, hanno avuto già modo di esprimere il proprio voto, preferendo anche sulla sanità la visione del centrodestra, in cui pubblico e privato hanno la stessa importanza.
Non è d’accordo però il capogruppo in consiglio regionale del partito democratico Pier Francesco Majorino, che con parole dure risponde al presidente Fontana. Secondo il democratico, infatti, con la bocciatura del referendum il centro destra avrebbe messo un bavaglio ai lombardi per paura che si esprimano liberamente sulla sanità regionale.
Majorino poi non lascia spazio ad equivoci “Per noi non finisce qui, continueremo a batterci per una per una sanità pubblica di qualità e accessibile a tutti”.