Sono ancora stesi i vestitini rosa della piccola Diana, nel condominio di via Parea nel quartiere Ponte Lambro, a sud est della città di Milano. La bimba di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata abbandonata a casa da sola per sette giorni dalla madre, Alessia Pifferi.
L’ultimo saluto a Diana sarà venerdì 29 luglio, alle 15, come si legge nella coccarda affissa nel cancello di via Parea con cui si annuncia il decesso della piccola e i prossimi funerali. Dopo il nulla osta della procura in seguito all’autopsia effettuata sul corpo della bambina, la salma è stata restituita ai parenti (la zia e la nonna) che potranno così organizzare l’ultimo addio alla piccola nella chiesa Santi Pietro e Paolo a Borgo Lombardo, una frazione di San Giuliano Milanese.
La cerimonia funebre, comunque, sarà pagata dal Comune di Milano e, forse, potrebbe parteciparvi anche il sindaco Beppe Sala. Improbabile che invece vi presenzi la madre, attualmente in carcere in isolamento (per proteggerla dalle altre detenute) e sorvegliata speciale (per proteggerla da sé stessa, da atti di autolesionismo). Secondo i suoi avvocati, avrebbe chiesto quando si terranno le esequie e manifestato l’intenzione di parteciparvi. I legali affermano che lei è “scollegata dalla realtà” e non ha ancora capito appieno ciò che è successo, né perché il compagno non si stia facendo trovare, né perché l’opinione pubblica sia indignata.
Intanto gli esiti finali dell’autopsia che si è svolta nella giornata di martedì 26 luglio, si conosceranno soltanto a settembre. Ci vorrà tempo, dunque, per i risultati delle analisi sul corpo della piccola, soprattutto per stabilire se in circolo avesse benzodiazepine (che aggraverebbe la posizione della madre), di cui è stata trovata una boccetta vuota in casa. Bisognerà anche analizzare il biberon trovato accanto a Diana, per vedere se conteneva la sostanza, e soprattutto cercare il dna della piccola, per capire se lei se ne fosse abbeverata.