Libertà e passione, dovere e responsabilità. Sono questi i valori che ha incarnato Giorgio Ambrosoli, avvocato commissario liquidatore della Banca Privata Italiana e delle attività finanziarie del banchiere Michele Sindona, assassinato l’11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dallo stesso Sindona sotto casa sua, davanti a questo portone di via Morozzo della Rocca a Milano, dove – nel 44esimo anniversario dalla sua morte – risuonano le note di un violoncello.
Una commemorazione organizzata da Libera, storica associazione che lotta contro tutte le mafie, e dal Comune di Milano, davanti al mare di fiaccole è salita sul palco Annalori, vedova dell’avvocato Ambrosoli, e
Ci sono amici, parenti, conoscenti sotto il portone di questa via del centro di Milano. E c’è anche Mario Calabresi, giornalista e scrittore, figlio – al pari di Francesca, Filippo e Umberto Ambrosoli – di un padre – il commissario Luigi Calabresi – ammazzato in un’epoca che risuona lontana, ma che non può cadere nell’oblio. Un’altra vita toccata dagli stessi valori di libertà e dovere.
E poi, c’è il Comune che nel 2014 fece porre la targa che ricorda l’avvocato Ambrosoli, laddove fu ucciso.
Parole, pensieri e azioni che devono fare di tutti noi cittadini più responsabili, amanti della libertà, del senso del dovere e di ciò che ognuno sente essere giusto.