A Milano cresce il numero di consumatori che sempre più spesso si affida al delivery e la pandemia è stata l’acceleratore di un trend che che ormai è diventato parte della vita di tutti.
Il settore infatti è cresciuto di circa il 55 per cento all’anno: dai 592 milioni di euro del 2019, fino ai 1,4 miliardi nel 2021.
E ormai non sono più solo bar e ristoranti ad usufruire delle consegne a domicilio, il delivery si sta infatti espandendo anche verso il settore dell’alimentare e della GDO, fino a quello del commercio al dettaglio non alimentare. A dirlo è infatti una ricerca realizzata da Confcommercio con la collaborazione di Glovo Italia, presentata mercoledì mattina nei nuovi uffici milanesi della piattaforme di delivery tra le più importanti nel Paese.
Dall’indagine così emerge che il 31% degli intervistati utilizza già i servizi di delivery. In particolare, il settore che ne fa maggior utilizzo è quello della ristorazione pari al 62%, seguito dal grocery che rappresenta il 36% degli imprenditori e dal retail per il 20%. Nell’ambito servizi, ancora solo l’11% dichiara di utilizzare già il delivery per la consegna dei propri prodotti.
Per quanto riguarda l’incidenza dell’utilizzo del delivery sui ricavi delle proprie attività, il 35% dei rispondenti ha dichiarato che il fatturato è notevolmente influenzato dall’utilizzo del delivery. Tra i vantaggi riscontrati vi è senza dubbio l’acquisizione di nuovi clienti, la maggior visibilità al punto vendita, fino all’avere una migliore efficacia dei servizi di consegna.
Durante l’incontro, inoltre, si è affronta la questione delle tutele per i rider, un lavoro, come ha sottolineato l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Milano, Alessia Cappello, che deve iniziare innanzitutto dal tema della formazione.