Così come annunciato circa un mese fa, appena chiamato a sostituire il posto di assessore al Welfare di Letizia Moratti, Guido Bertolaso entra nel vivo della lotta contro le liste d’attesa troppo lunghe.
Da un lato Regione Lombardia prova così ad individuare le 10 prestazioni ambulatoriali, che necessitano di un miglioramento dei tempi e dall’altro chiede alle strutture sanitarie di aumentare le disponibilità per gli appuntamenti
Il piano parte dalle 10 prestazioni che la dg welfare ha individuato come quelle per cui si deve aspettare di più, tra queste ci sono la prima visita oculistica, quella dermatologica, fino alla prima visita cardiologica e neurologica, tutte prestazioni di priorità B, quindi il cui tempo di attesa dovrebbe essere di dieci giorni, e di priorità D, la cui attesa arriva ad un massimo di 30 giorni.
Secondo i dati regionali, sono 66 mila i cittadini in Lombardia, che hanno invece avuto questi appuntamenti fuori tempo limite: di questi 3 mila con priorità B e 63 mila con priorità D. Cittadini che ora invece verranno richiamati e ai quali sarà anticipato l’appuntamento
Parallelamente l’altra azione che porterà avanti la regione per ridurre le liste d’attesa riguarderà la richiesta di un incremento degli slot delle agende delle strutture sanitarie, a cui si chiede il 10 per cento in più rispetto a quanto erogato nel 2019.
Per il partito democratico però la situazione problematica delle liste di attesa è un’emergenza che dura da anni e il fatto che Bertolaso e Fontana lo abbiano ammesso solo ora significa riconoscere che i provvedimenti presi fino ad ora non sono serviti.
Anche per il movimento cinque stelle la situazione d’emergenza delle liste d’attesa evidenzia il fallimento delle iniziative del centrodestra, prima tra tutte tra queste la realizzazione di un agenda unica del sistema di prenotazioni che aiuterebbe a ridurre i tempi.