Attilio Fontana ha presentato la giunta che guiderà la Lombardia per i prossimi cinque anni. Una giunta che però sulle barricate avversarie ha fatto storcere più di qualche naso, a partire da quello di Pierfrancesco Majorino, da pochi giorni nominato capogruppo del PD al Pirellone.
“Il risultato raggiunto da Fontana è una giunta decisa a Roma e che vola basso” sottolinea Majorino, che ha quindi elencato i temi su cui intende sfidare il centrodestra, dalle liste d’attesa, alle infrastrutture, dalla mobilità, alla casa. “Fontana – aggiunge l’ex candidato – ha chiesto ai suoi assessori rispetto del Consiglio e ci auguriamo che il confronto in aula sia subito franco sui contenuti”.
E, sempre dai Dem, arriva la stilettata della segretaria metropolitana di Milano, Silvia Roggiani: “Dopo tutte le parole pronunciate per l’8 marzo, alla prova dei fatti nella giunta Fontana, le donne sono solo cinque su diciassette»
Anche dal fronte del Movimento 5 Stelle, il giudizio sul nuovo governo lombardo è negativo. “Assessorati che nascono e assessorati che si scorporano da soli per poi riaccorparsi” attacca Nicola Di Marco, consigliere regionale pentastellato, che spiega come a colpire sia in particolare “la totale assenza di un programma politico e di un progetto per la Lombardia, perché più che sui nomi, la nostra opposizione si concentrerà sui temi”.
Nessun commento specifico – almeno per ora – dal fronte di Letizia Moratti e del Terzo Polo, che però ha comunicato di essersi riuniti per un primo incontro tra i sette consiglieri eletti. “Siamo pronti – spiega il capolista, Manfredi Palmeri – per l’interlocuzione con il centrosinistra per un primo necessario dialogo sugli assetti istituzionali in Consiglio Regionale”.