Il Tar di Milano boccia l’ordinanza di Regione Lombardia che l’8 gennaio scorso ha posticipato rientro in aula degli studenti delle superiori al 25 del mese , sospendendone la validità e in teoria così consentendo da oggi ai ragazzi di licei ed istituti tecnici di tornare sui banchi con una didattica in presenza del 50 per cento.
Tutto questo, per, solo appunto in teoria, per due problemi: il primo domani il governo emanerà un nuovo decreto sui colori delle Regioni, e se la Lombardia dovesse, come alcuni già prevedono, rientrare tra le regioni in fascia rossa, le superiori si dovrebbero fermare nuovamente.
Il secondo, riguarda l’annuncio di regione Lombardia, di essere pronta al ricorso: “Prendiamo atto della decisione del Tribunale Amministrativo Regionale e ci riserviamo – si legge in una nota della regione – di proporre reclamo poiché i riferimenti normativi che hanno orientato il Giudice del Tribunale, non tengono conto della possibilità delle Regioni di adottare misure più restrittive di quelle previste dai vari Dpcm”.
Resta comunque, la vittoria simbolica del comitato “A scuola!” che lunedì ha presentato il ricorso chiedendo la sospensione del provvedimento preso da Regione Lombardia, ritenuto insufficientemente motivato da un reale rischio di maggior contagio, con il ritorno in aula dei ragazzi delle superiori.
Nel documento con cui si accoglie il ricorso, il tar, infatti, scrive che l’ordinanza deve essere sospesa nella parte in cui disciplina la Dad nel periodo compreso tra i giorni 11 e 15 di gennaio, giorni in cui la regione non avrebbe avuto il diritto di vietare le lezioni in classe poiché era già in vigore un Dpcm che stabiliva il rientro in aula al 75 per cento.
In più secondo il Tar l’ordinanza denota “contraddittorietà e irragionevolezza poiché da un lato interviene per gestire un rischio di assembramenti (che si potrebbero creare sui mezzi pubblici) solo ipotizzato, dall’altro affronta tale rischio adottando una misura che paralizza la didattica in presenza, senza incidere sugli assembramenti che non dipendono, invece, dalla didattica svolta in classe”.
Infine, il Tar riconosce anche il danno psicologico arrecato agli studenti impedendo loro di frequentare le lezioni in presenza.
Ma in attesa del nuovo Dpcm e in vista di una possibile nuova ordinanza regionale, saranno in pochi i presidi che decideranno di riaprire gli istituti per soli due giorni.