Prescrizioni false per farmaci anabolizzanti, ricettari e timbri trafugati da studi medici, è l’operazione “Muscle bound” condotta dalla Squadra Interventi Speciali dell’Unità Radiomobile della Polizia locale di Milano che ha portato alla denuncia, a piede libero e in concorso, di ventuno persone per truffa aggravata ai danni dello Stato – per un totale stimato di circa 50mila euro – e di un’altra persona anche per esercizio abusivo della professione medica, ricettazione e falso documentale.
L’indagine è stata avviata nel maggio del 2019, un farmacista di una farmacia di Milano in zona ticinese insospettito avrebbe contattato un medico dell’Ospedale San Raffaele di Milano per informazioni rispetto a una ricetta con la quale avrebbe prescritto farmaci anabolizzanti. Si trattava nello specifico di ormoni della crescita, una tipologia di medicinale, molto costosa circa 600 euro a confezione che è totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Non sapendo di cosa si trattasse il medico ha subito sporto denuncia per furto del ricettario da cui era stata staccata la prescrizione.
Da lì gli agenti della Polizia locale hanno rintracciato, in 20 farmacie sparse in tutta la Lombardia, altre prescrizioni derivanti da ricettari rubati e compilate con timbri di provenienza furtiva, sui quali venivano poi apposte false firme di medici.
E grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza delle farmacie, dalle quali è stato possibile individuare le persone che ritiravano i farmaci anabolizzanti, si è riusciti a risalire in particolare a due soggetti che lavorano nel mondo del fitness: un italiano di 36 anni, noto alimentarista nel circuito delle palestre, e un 30enne personal trainer, entrambi operanti in un centro fitness di Desenzano del Garda. Il primo avrebbe prescritto i farmaci al posto degli ignari medici a cui erano stati rubati ricettari e timbri; il secondo, preparatore atletico noto anche nel mondo dello spettacolo, procurava i clienti.
Da approfondimenti di indagine, attraverso attività di osservazione, intercettazioni telefoniche, perquisizioni e sequestri, è emerso inoltre che, mentre alcuni assumevano i farmaci ignari di come venissero procurati, altri erano a conoscenza delle modalità fraudolente, facendo salire a 22 il numero delle persone finite nel registro degli indagati.