Il Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano sta effettuando delle acquisizioni di documenti negli uffici della Regione Lombardia nell’inchiesta in più filoni che vede al centro il Pio Albergo Trivulzio e altre residenze sanitarie assistenziali (Rsa) milanesi per la gestione di ospiti anziani e pazienti nell’emergenza coronavirus. “Siamo impegnati a combattere il virus e a proteggere i lombardi, massima collaborazione verso chi svolge le indagini”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
Oltre che sul sequestro dei referti (si dovranno accertare eventuali omissioni e correlazioni tra le morti e i contagi), le attività di ieri degli investigatori al Trivulzio si sono concentrate sulla gestione organizzativa interna dell’istituto ma anche sulle direttive date dall’amministrazione regionale al Pat, così come ad altre Rsa, in questa fase di emergenza. E, in particolare, su quei “nuovi arrivi” di pazienti al Trivulzio (una ventina), quando era già scoppiata l’epidemia, anche se ufficialmente la struttura non avrebbe ricoverato malati Covid-19. Una delibera regionale dell’8 marzo, però, ha dato la possibilità alle Rsa di accoglierli.
E proprio i “rapporti” tra Trivulzio e Regione saranno approfonditi e oggetto delle verifiche incrociate sulle carte e sul materiale informatico acquisito: il Pat, infatti, ha fatto da centro di ‘smistamento’ verso altre strutture dei malati di coronavirus ‘a bassa intensità’, che venivano dimessi da ospedali in difficoltà. Una “commistione” che potrebbe aver creato dei focolai, anche se la Regione diede l’indicazione di usare reparti separati rispetto alle residenze per gli anziani.