Sul fotofinish della presentazione delle firme il Partito Democratico ha trovato la quadra: al congresso provinciale del prossimo primo ottobre si andrà con la candidatura unitaria per il ruolo di segretario di Simone Marchesi. Una fumata bianca tutt’altro che scontata viste le ultime e tormentate ore tra i democratici e la possibilità concreta che si arrivasse al rinvio a causa di un messaggio vocale forse troppo frettoloso.
Ma per capire è necessario procedere con ordine. La segreteria provinciale pavese è commissariata da circa due anni e prima della convergenza su Marchesi vi erano tre nomi in lizza: Emanuele Corsico Piccolini proposto dalla corrente di Daniele Bosone, Enzo Garofoli, appoggiato Giuseppe Villani e Alan Ferrari, e appunto Simone Marchesi, già leader dei Giovani Democratici e apprezzato da Carlo Porcari e Romana Bianchi, dall’area di Articolo 1, quella di Gianni Cuperlo e un’ala di Elly Schlein.
Verso la scadenza dei termini Bosone ha deciso di convergere su Marchesi così come Ferrari. Mancava soltanto Villani, apparentemente convinto dopo un vertice tra Enzo Garofoli e lo stesso Marchesi. Ma nelle scorse ecco il giallo: un messaggio vocale inviato all’interno del partito da Marchesi annunciava che la situazione si era sbloccata e tutti avevano accettato la candidatura unitaria.
Una fuga in avanti che, evidentemente, non deve essere piaciuta ad alcuni rischiando di far saltare i precari equilibri raggiunti. Un ultimo incontro, finito a pochi minuti dal termine per la presentazione delle firme, venerdì pomeriggio, ha portato alla fumata bianca, scongiurando un nuovo rinvio. Sarà quindi Simone Marchesi il candidato unitario per la segreteria provinciale del partito.