Non ci sarà acqua a sufficienza per tutti. Questo il concetto espresso dal Parco del Ticino in vista del prossimo mese, quando anche le colture di riso in asciutta, oltre a quelle di mais, avranno maggior bisogno di acqua. La siccità colpisce ancor più duro là dove le nuove tecniche di irrigazione hanno alimentato il mancato riempimento delle falde dovuto alle scarse precipitazioni.
Per questo il Parco del Ticino prova a correre i ripari, almeno per il futuro, finanziando con 15 mila euro otto aziende agricole che decidono di coltivare il riso in sommersione. L’antica tecnica che richiede però più manodopera e in teoria più costi, anche se un recente studio dell’Università Statale di Milano conferma come, in un periodo come questo, chi non ha fatto riempire la falda nei primi mesi primaverili, arriverà, alla fine di giugno, ad aver consumato quattro volte di più, proprio perché l’acqua, su un terreno non più abituato, penetra e scorre via.