Come ricorderemo il 2023? Siccità, incendi, inondazioni, ondate di calore, poi la violentissima sequenza di nubifragi, quattro episodi in luglio e l’ultimo, devastante, a fine agosto. Gran parte del Parco del Ticino non è stata risparmiata. In particolare migliaia di alberi sono stati sradicati o stroncati nei boschi, chilometri di filari campestri hanno subito la stessa sorte. Con diversa traiettoria e diversa intensità, questi fenomeni estremi si sono abbattuti sui nostri territori nelle ultime settimane, con venti che hanno sempre superato i 100 km orari.
I tecnici, i servizi operativi del Parco sono subito intervenuti e decine di volontari della Protezione Civile del Parco sono stati impegnati nello sgombero dei casi più urgenti, nel Parco, a Milano o in altri Comuni, su richiesta di collaborazione delle varie amministrazioni. Imprese, agricoltori cooperative e vari altri operatori hanno lavorato, per conto dell’Ente, per il ripristino della viabilità e la riduzione dei danni. Centinaia anche le telefonate e le e-mail giunte agli Uffici, per avvisare dei lavori di “pronto intervento”, realizzati dalle Amministrazioni, da singoli proprietari e cittadini. L’elenco dei Comuni colpiti nel Parco è molto lungo. Tutto il territorio del Parco è stato coinvolto dai due eventi. Sono in corso misurazioni con droni e immagini da satellite, quindi metodi innovativi, ma ci vorranno ancora alcune settimane per quantificare gli ettari di bosco rasi al suolo dai due eventi estivi.