Secondo la Guardia di finanza, organizzavano truffe alle banche e per ottenere illegalmente i finanziamenti pubblici legati al Covid. Si tratta dei 21 indagati per i quali il Tribunale di Monza ha disposto il carcere e gli arresti domiciliari. Sono 6 le persone accompagnate in cella dai finanzieri. Fra loro anche un imprenditore pregiudicato di origini calabresi, trapiantato in Bergamasca, che già in passato aveva avuto problemi con la giustizia per traffico di droga.
Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, alla truffa, alla bancarotta fraudolenta e all’autoriciclaggio. È in corso anche il sequestro preventivo ai fini della confisca di beni e valori per 40 milioni di euro nei confronti di 58 soggetti.
L’indagine nasce da una verifica a un consulente fiscale di Cologno Monzese, al centro, secondo quanto accertato dalla Gdf, di una serie di rapporti commerciali sospetti con società prive di strutture operative e aventi sede, nella gran parte dei casi, nel proprio studio. La presunta associazione per delinquere sarebbe stata attiva in Lombardia e composta da tre compagini tra loro connesse e riconducibili al consulente fiscale, a un commercialista di Milano e a all’imprenditore residente in Bergamasca, in passato già coinvolto e sottoposto a misure cautelari personali nell’ambito di altre operazioni condotte dalla Dda di Milano nei confronti di clan legati alla ‘ndrangheta e dediti al traffico internazionale di stupefacenti.