Si sono concluse le indagini preliminari sulla violenza sessuale andata in scena all’alba del 29 agosto scorso fuori dal Castello Sforzesco, ai danni di una sedicenne.
L’uomo, che adesso va verso il processo con l’accusa di violenza sessuale, è stato tradito da una maglietta bianca con una stampa ben riconoscibile e immortalata dalle videocamere di sorveglianza della zona.
L’attività d’indagine era partita dalla denuncia della giovanissima ragazza che nell’agosto del 2022 ha raccontato alla polizia di essere stata vittima di una violenza sessuale.
La sera prima della violenza, la sedicenne si trovava in discoteca con una sua amica. A fine serata, le due si perdono di vista ed è proprio lì che incontra il suo aguzzino, il quale gli propone di accompagnarla nella vicinissima Piazza Cadorna per prendere un taxi per riaccompagnarla a casa.
Ma nel tragitto lui l’avrebbe bloccata e obbligata ad avere dei rapporti sessuali non consenzienti all’interno del parco. A due passi dal Castello il raid vero e proprio, con il 30enne che avrebbe spinto a terra la giovane, spogliandola e abusando di lei, costringendola – si legge negli atti – “a subire atti sessuali contro la sua volontà”. La 16enne si è momentaneamente “addormentata” per poi risvegliarsi un’oretta dopo e chiedere aiuto. I poliziotti avevano così recuperato le immagini delle telecamere, trovando elementi che hanno permesso di identificare l’uomo: un trentenne di origine Filippine, con nessun precedente penale. Adesso dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale aggravata.