Si avvicina la data di inizio del processo di Alessandro Impagnatiello, ex barman 30enne che lo scorso 27 maggio uccise la compagna Giulia Tramontano incinta al settimo mese di suo figlio. La giudice Minerva qualche giorno fa, infatti, ha accolto la richiesta di processo immediato avanzata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo nelle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo. Proprio in vista del processo la difesa di Impagnatiello punta a chiedere una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere del 30enne al momento dei fatti. Istanza che potrebbe far leva su consulenze difensive portate avanti in questi mesi.
Una delle possibilità per la difesa del giovane teoricamente è anche quella di far acquisire tutti gli atti, rinunciando a sentire i testi in aula, in una sorta di abbreviato di fatto.
Un altro escamotage che potrebbe sfruttare la difesa sarebbe quello di un eventuale percorso di giustizia riparativa, previsto, come da riforma Cartabia, per tutti i condannati. Una forma di risoluzione del conflitto e riparazione del danno con programmi di mediazione, del tutto sganciata dal procedimento penale e a cui le parti offese non devono necessariamente partecipare. Una mediazione a cui i familiari di Giulia non dovranno necessariamente prendere parte, tanto che allo stato attuale viene esclusa questa eventualità.
La difesa di Impagnatiello frena: “Non parliamo ora di giustizia riparativa, però, deve ancora iniziare il processo”, spiega l’avvocato Giulia Geradini, che assiste il 30enne assieme alla collega Samanta Barbaglia. Le avvocate valuteranno pure questa possibilità e semmai ne faranno richiesta ai giudici della Corte d’Assise o più avanti ancora nel corso del procedimento. Sarà, poi, il Centro per la giustizia riparativa del Comune di Milano a dover dare il via libera definitivo al programma, se ne individuerà uno adatto per il 30enne.
L’ex barman è accusato di omicidio pluriaggravato dai futili motivi, l’averlo commesso con crudeltà, con premeditazione e nei confronti della convivente, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non volontaria. Il processo inizierà il 18 gennaio davanti alla corte d’assise di Milano presieduta dalla giudice Antonella Bertoja.