Il Tribunale del Riesame di Milano ha rigettato le richieste di scarcerazione presentate dalle difese di Alaa Refaei , 43 anni egiziano con cittadinanza italiana, e Mohamed Nosair, 49 anni egiziano con permesso di soggiorno, arrestati il 17 ottobre scorso per associazione con finalità di terrorismo.
I due si difendono a spada tratta definendosi dei semplici “leoni da tastiera” e che non sarebbero mai stati in grado di passare all’azione.
Secondo l’accusa i due avrebbero fatto proselitismo sui social per convincere sempre più persone ad avvicinarsi all’Isis. Tra le accuse anche quella di raccogliere soldi per aiutare le donne di combattenti jihadisti rimaste vedove.
Uno dei due indagati risponde che era solo un tramite per far arrivare dei piccoli aiuti in denaro che, come buon padre di famiglia, mandava per le donne e i bambini nei campi-profughi.
Ma questo non è bastato al gip Fabrizio Filice che aveva già respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali dei due. Così gli avvocati avevano presentato gli atti di appello al Riesame.
Ma anche stavolta nulla da fare: per il gip i due hanno mostrato “aperto sostegno all’Isis, veicolato dalla protezione e dalla condivisione del materiale propagandistico”. Entrambi, invece, si sono difesi negli interrogatori sostenendo, in pratica, di avere avuto solo “simpatie” per l’Isis quando combatteva contro Assad in Siria e in Iraq e che mai sarebbero passati all’azione.
Le motivazioni dei giudici del Riesame saranno depositate tra 45 giorni.