Quattro aziende che operavano nel settore delle cave del trasporto e nello stoccaggio di rifiuti con volumi d’affari conseguiti nell’ultimo anno per oltre 8 milioni di euro e numerosi beni mobili e immobili e conti correnti per un valore complessivo di oltre 5,5 milioni di euro.
È ciò che la divisione investigativa antimafia, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Milano, ha sequestrato a Pietro Paolo Portolesi, originario di Platì, ma residente in provincia di Milano, già noto alle forze dell’ordine per condanne per droga e traffico di stupefacenti e associazione mafiosa.
Le accuse che pendono ora sulla sua tesa sono di trasferimento fraudolento di beni e valori. Grazie infatti alle indagine, gli agenti della Dia sono riusciti a ricostruire un reticolo di società operative nel settore delle cave, del trasporto, dello stoccaggio di materiali e rifiuti da demolizione, formalmente gestito da prestanome ma, di fatto, diretto esclusivamente dall’indagato.
L’uomo, inoltre, grazie alle coperture dei prestanome, secondo gli agenti avrebbe operato come subappaltatore e subforniture, riuscendo così ad aggirare la normativa antimafia.
Dalle indagini è anche emerso come tra i cantieri in cui era riuscito ad infiltrarsi , c’era persino quello del futuro villaggio olimpico allo scalo Romana, al quale Portolesi forniva il sito per lo smaltimento del materiale proveniente dalla demolizione di alcuni edifici dell’area.
Inoltre la dia ha scoperto come Portolesi era anche entrato nel cantiere del nuovo ortomercato di Milano, per il quale trattava per il subappalto e nel cantiere per la bonifica di un terreno inquinato a Buccinasco.
Portolesi, infine, oltre al sequestro delle società e dei beni è stato raggiunto in mattinata da un’ordinanza di custoDia cautelare, finendo così agli arresti domiciliari.