E’ stato assolto, dopo 7 anni dall’avvio dell’indagine sul buco nei conti dell’azienda, Claudio Tedesi, ex direttore generale di Asm Pavia. La sentenza è arrivata al termine del processo-ter davanti alla Corte di Appello di Milano. Una lunga vicenda giudiziaria, durante la quale Tedesi finì anche ai domiciliari, per uno dei più importanti casi di cronaca degli ultimi anni. La vicenda riguarda il furto di 1,8 milioni di euro dalle casse della municipalizzata pavese: una parte dei soldi, si scoprì, era stata trasferita su un conto intestato a Pietro Antoniazzi, all’epoca il contabile dell’azienda.
Antoniazzi venne poi condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione, mentre l’ex presidente Giampaolo Chirichelli ha patteggiato in appello una pena a 4 anni e 4 mesi. Anche Tedesi era finito a processo, con l’accusa di peculato, perché su due mandati di pagamento irregolari c’era la sua firma. Nel 2016, in primo grado, venne ritenuto responsabile e condannato a 3 anni e 8 mesi, sentenza poi ridotta in appello nel 2018.
La difesa si rivolse però alla Cassazione, che annullò la condanna e dispose un nuovo processo di appello. Il nuovo procedimento si chiuse con la conferma della condanna a 2 anni e 10 mesi, ma venne presentato un nuovo ricorso, con la Cassazione che annullò una secondo volta la sentenza. Nel processo-ter arriva infine l’assoluzione. Tedesi, che pure aveva presentato un esposto in procura quando aveva scoperto delle irregolarità delle note di credito, era stato licenziato nel 2015. Aveva in seguito intentato una causa di lavoro contro Asm Pavia, che si era chiusa con una conciliazione.