Dopo l’omicidio di Paolo Salvaggio di lunedì undici ottobre, l’allarme sicurezza e ordine pubblico per cittadini e amministrazioni comunali del Sud Milano causato dalla ‘ndrangheta arriva a Roma.
Finisce in Parlamento la vicenda dell’omicidio a sangue freddo di Paolo Salvaggio, 60enne freddato lunedì mattina con almeno quattro proiettili, di cui uno dritto alla testa, a modo esecuzione. Una storia che ha scosso la comunità, impensierito i politici, impaurito il sindaco che parla di una nuova “guerra di mafia”, anche se gli inquirenti sull’ipotesi omicidio mafioso ci vanno più che cauti.
Mentre si attendono sviluppi sulle indagini per rintracciare i colpevoli e individuare il movente, la vicenda è finita in Parlamento con un’interrogazione a risposta scritta dell’onorevole Stefano Buffagni (M5S): “Da anni ormai si denuncia nella zona la presenza di pregiudicati e famiglie legate alla criminalità organizzata. Alla luce di questo grave omicidio, quali opportuni e urgenti provvedimenti intenda adottare per garantire e rafforzare la sicurezza sul territorio, allo scopo di tutelare la popolazione, nonché prevenire rappresaglie e vendette di stampo mafioso che potrebbero costituire l’inizio di una nuova guerra di mafia e ‘ndrangheta sul territorio”.
A investigare, ci sono i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinati con il pm della Dda Gianluca Prisco e il pm di turno Carlo Scalas. Nulla viene lasciato in sospeso, ogni pista tracciata e setacciata. Dai giri di droga ai debiti, questioni di soldi, vecchi rancori, liti: una avvenuta in un bar in piazza San Biagio pochi giorni prima.