È stato condannato dalla quinta sezione del Tribunale di Milano alla pena di 12 anni di reclusione e al risarcimento di 80mila euro a favore della vittima. Il suo legale ha già annunciato che ricorrerà in appello.
All’epoca dei fatti, una decina di anni fa, una bambina di soli 10 anni venne abusata ripetutamente sino all’età di 15 anni. Si tratta di una storia terribile avvenuta a Magenta quando l’uomo aveva cominciato ad avvicinarsi a quella bambina in maniera sempre più insistente, a toccarla nelle parti intime fino ad arrivare ad avere con lei rapporti sessuali completi. Finalmente l’altro giorno la giustizia, per voce della presidente dottoressa Luisa Alfonsa Savoia, ha messo la parola fine a questa vicenda emettendo la sentenza di primo grado di condanna e risarcimento.
Lui, l’aggressore, è un 43enne di Magenta che si trova ancora ai domiciliari per motivi di salute e che aveva approfittato di quella bimba, oggi una ragazza di 21 anni. “Riteniamo giusta questa sentenza, sia sotto l’aspetto del carcere inflitto che dell’aspetto risarcitorio, anche se nessun importo in denaro potrà mai riparare quanto subito dalla mia assistita – ha commentato l’avvocato Federica Liparoti che tutela i diritti della vittima costituitasi parte civile – I ricordi non si potranno mai cancellare. Dobbiamo soltanto complimentarci con questa ragazza che ha trovato, grazie anche all’aiuto della mamma, la forza e il coraggio di denunciare il suo aguzzino e di ricominciare a vivere la sua vita nonostante il passato”. Una ragazza che ha dimostrato un carattere eccezionale, affrontando il percorso processuale verso quell’uomo e, nel frattempo, continuando la sua vita studiando e andando all’università. Le tecnologie di oggi, decisamente più avanzate rispetto a quelle di qualche anno fa, hanno permesso di arrivare a delle prove tali da poter condannare il magentino. Oltre agli esami testimoniali di fondamentale importanza. “Tutto questo ha consentito di dimostrare che la ragazza ha sempre sostenuto la verità”, ha aggiunto il legale. Ora si attendono le motivazioni della sentenza che verranno depositate nei prossimi giorni e l’appello del condannato. Il suo legale, l’avvocato Roberto Grittini ritiene che la sentenza emessa dalla quinta sezione penale del Tribunale di Milano non rispecchi la realtà ed è convinto che con il grado superiore la giustizia farà valere la verità per il suo assistito. «Riteniamo questa sentenza ingiusta – ha commentato il legale – in più occasioni la ragazza ha sostenuto di avere subito violenza dal mio assistito. Ma le testimonianze ascoltate durante il processo non hanno confermato nulla. Anzi, i testimoni hanno sostenuto di non avere visto niente di quanto affermato dalla parte offesa».