Il lockdown ha fatto crollare il gioco d’azzardo del 20%, passando dai 110 miliardi di denaro bruciato nei vari giochi a livello nazionale nel 2019 gli 88 del 2020. Ma è stato solo un fatto del momento. Allentate le restrizioni, i giocatori hanno ripreso a spendere, forse anche più di prima (lo si vedrà con i dati del 2021) e di sicuro con una propensione maggiore al gioco on line, che i più incalliti hanno scoperto proprio durante le serrate dovute al Covid.
E da questa che qualcuno definisce un’altra pandemia non meno grave di quella sanitaria che stiamo attraversando, sembra non esserci via d’uscita. Una profonda riflessione in tal senso arriva da Voghera, balzata spesso negli ultimi anni agli onori delle cronache come la Las Vegas d’Italia, uno dei comuni sempre al top della spesa pro-capite che qui si aggira sui 2000 euro all’anno, neonati compresi, per un totale di circa 80 milioni di euro. A scriverla, nel libro Azzardo di stato, è un avvocato vogherese, Gianni Valmori, che, senza moralismi, prova a fare il punto su un fenomeno che sta gettando sul lastrico migliaia di famiglie e che non accenna a placarsi, anzi, si acuisce con il peggiorare delle condizioni economiche delle persone.