Negli anni Settanta dell’Ottocento a Vigevano venne costruito il macello pubblico, a pochi passi dallo stabilimento della birra Peroni, nato trent’anni prima. Nel giro di pochi lustri, nella stessa zona vennero edificati i bagni pubblici e l’istituto De Rodolfi. Una trasformazione di una vasta area urbana tra centro storico e periferia, in mezzo alla quale c’era però un buco: le rovine della rocca nuova, su cui nacquero edifici militari.
Un buco solo parzialmente riempito negli anni Trenta del Novecento dalla costruzione di palazzo Esposizioni e che, negli anni Cinquanta, conobbe la vergogna delle “tettoie”, squallidi edifici dove vivevano gli sfollati di guerra. A cavallo degli anni Settanta e Ottanta si cercò di dare un’ordine e una destinazione all’area, con l’assegnazione di piazza Calzolaio d’Italia per il mercato, la realizzazione del parco Parri e la trasformazione dei bagni pubblici in sala polifunzionale “Giovanni Leoni”.
Dalla fine degli anni Novanta a oggi, poi, il nuovo declino: prima la chiusura del macello, poi della sala Leoni, quindi i problemi del parco Parri. Partendo da alcune foto scattate da Cristiano Vassalli nei primi anni Duemila, appena dopo la chiusura del macello, Sandro Rossi propone una mostra per il Rotary Club Vigevano-Mortara che, attraverso le carte progettuali degli edifici ottocenteschi, analizza il peccato originale di un’area strategica per la città ma che, dal punto di vista urbanistico, non ha mai funzionato perché non ha mai avuto una visione programmatica d’insieme.
La mostra è visitabile nelle sale del museo dell’imprenditoria di palazzo Merula. Un museo istituito proprio dal Rotary Vigevano-Mortara che riapre dopo essere rimasto chiuso per oltre due anni.