Ci fu un’epoca in cui i profughi erano lomellini. Mortaresi e robbiesi, innanzitutto, ma anche di altri paesi, costretti a migrare spinti dalla povertà e dalla fame causati dai saccheggi austriaci. Fu dopo la battaglia di Mortara, durante la prima guerra d’indipendenza, che vide la sconfitta dell’esercito sabaudo.
Una battaglia combattuta nella notte tra il 21 e 22 marzo 1849. L’oscurità fu uno degli elementi decisivi, oltre all’indubbia superiorità delle truppe austriache guidate dal generale Radetzky, all’epoca ultra-ottantenne. Nel 174esimo anniversario, a margine delle commemorazioni, è stato presentato un volume che analizza le cause della sconfitta e racconta le conseguenze per la popolazione civile, costretta a migrare a Torino in cerca di fortuna.
A combattere fu il reggimento Nizza Cavalleria, come ricordato dal suo attuale comandante, il colonnello dell’Esercito Leone. Il Nizza Cavalleria opera attualmente in Kosovo e Libia, ma anche a Milano, nell’ambito dell’operazione “strade sicure”.