Negli anni Cinquanta faceva 500 abitanti, ma sembravano molti di più. Oggi ne fa 200 e sembrano molti di meno. La frazione Sforzesca è il gioiello abbandonato di Vigevano. Luogo di riferimento nel Rinascimento, quando Ludovico il Moro ideò il Colombarone, prototipo dell’azienda agricola del futuro, ebbe un ulteriore impulso nell’Ottocento con la famiglia Saporiti, fino agli ultimi fasti del secondo dopoguerra. Oggi, è quasi tutto all’abbandono. L’intera storia è raccontata in un libro da poco uscito, “La Sforzesca”, scritto da Albino Porta Fusé, sforzeschino doc, e dal giornalista Filippo Caserio.
Il declino arrivò negli anni Settanta e Ottanta, quando molti si trasferirono in città. Fino agli anni Novanta, però, era ancora vitale la via dei Fiori, con le sue curatissime aiuole. È rimasta solo una pianta, rediviva, a far immaginare cos’era questo posto trent’anni fa. Poi la cessione delle case, annesse al Colombarone, al comune (in un’operazione urbanistica per l’insediamento di un supermercato), quindi lo sfratto ai residenti e l’abbandono. Dagli sforzeschini, ora, un appello al comune, perché si trovi una via per riqualificare il Colombarone e dare una seconda vita a questi luoghi ancora ricchi di fascino nonostante il degrado.